TopicsInTown: I sopravvissuti del terremoto faranno la stessa fine degli altri?

Durante l'ultimo terremoto, hanno perso la vita 292 persone ed altri, sono tutt'ora disperi.
Sin da subito, politici ed autorità varie, hanno promesso aiuto, denaro e supporto ma, siamo sicuri che a parte la polizia, la protezione civile e tutti i volontari anche questi sopravvissuti non facciano la fine di tutti coloro che vivono in città tutt'ora devastate da terremoti avvenuti anni fa?
Il 14 gennaio del 1968 in Belice, una forte scossa del nono grado della scala Mercalli colpisce la Sicilia Occidentale provocando 360 vittime e più di 57mila senzatetto.
Il 6 maggio 1976, alle ore 21, in Friuli, una scossa di magnitudo 6,4 della scale Richter colpisce il Friuli, il numero delle vittime fu di 939 e 80mila i senzatetto.
Il 23 novembre 1980,  una forte scossa di terremoto (6,5 scala Richter) interessa l’Irpinia, in provincia di Avellino, causando 2914 morti e oltre i 400mila senzatetto.
Il 26 settembre 1997 in Umbria e Marche due scosse di magnitudo 6 della scala Richter colpiscono l’Italia centrale.  Le vittime furono 11 e circa 40mila i senzatetto.
Il 31 ottobre 2002 una scossa magnitudo 5,4 della scala Richer in Molise, i morti furono 30, tra questi 27 bambini rimasti vittime dal crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia.
Il 6 aprile 2009 un terremoto di magnitudo 5,9 scala Richter con epicentro a 8 km dalla superficie rade al suolo la città dell’Aquila provocando 308 vittime. Terremoto in Emilia Romagna:
Il 20 maggio 2012 una scossa di magnitudo 5.9 interessa il nord Italia nelle province di Ferrara, Modena, Mantova e Bologna, seguito da un nuovo evento sismico di magnitudo 5,8 il 29 maggio 2012 nella provincia di Modena. Tra la prima e la seconda scossa le vittime che si contarono furono 27.
In meno di cinquant’anni quasi cinquemila morti, oltre 500 mila sfollati e 120 miliardi di euro di soldi pubblici spesi per ricostruire. Ma il dopo terremoto in tutti questi casi non è stato mai all’altezza di un Paese civile, che rientra stabilmente, nonostante gli alti e bassi, nella classifica di quelli più sviluppati al mondo. Solo il Friuli è, forse, l’unico caso positivo di post terremoto. Con un’azione decisa dal Governo Moro già l’indomani venne nominato un commissario straordinario ad hoc e si intraprese quell’azione che portò alla ricostruzione di tutto, dalle case alle Chiese alle fabbriche, così come erano e dove erano prima del sisma. A metà anni ’80 gli ultimi sfollati tornarono nelle loro case. Quello del Friuli, l’esempio positivo di ricostruzione in Italia, purtroppo non ha avuto seguito. Il post terremoto dell’Irpinia è, assieme a quello del Belice, quello che segna la più grande sconfitta di un’amministrazione statale, e di quelle locali, incapaci di gestire la ricostruzione nonostante il fiume di denaro messo a disposizione.
La bramosia della classe politica non ha avuto limiti, e ancora oggi, a 48 anni di distanza la ricostruzione non è completa, si attendono nuovi stanziamenti e qualche mese addietro una delegazione della Commissione Ambiente del Senato ha visitato i Comuni della Valle del Belice per verificare lo stato di attuazione dell'opera di ricostruzione. Oltre alla incapacità di rimettere in piedi un Paese, nel Belice e in particolare a Gibellina, c’è stata anche una violenza nei confronti di una cittadina che ha perso la sua identità, perchè ricostruita ad una decina di chilometri di distanza e realizzata da una schiera di case fredde e tutte uguali che il sindaco Ludovico Corrao cercò di “umanizzare” invitando diversi artisti internazionali. Perdita di identità che l'accomuna più recentemente alla situazione vissuta a L’Aquila dopo il terremoto del 2009, con la “New Town” di Berlusconi, una città di plastica, dove, dopo sette anni si continua a vivere nei moduli abitativi provvisori.
Renzi, subito dopo il sisma ha promesso che nessuno sarà lasciato solo. Retorica, senza dubbio.
Io mi auguro che le cose vadano diversamente e che tutte le città colpite in questi anni vengano risanate, riportate alle loro origini!

Michael Macrì


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